12 aprile 1973: Antonio Marino, Guardia di Pubblica Sicurezza ucciso a Milano dai neofascisti

Di Roberto Cenati, Presidente ANPI Provinciale di Milano

Giovedì 12 aprile 1973 in via Bellotti Antonio Marino, Guardia di Pubblica Sicurezza, fu ucciso, a soli 21 anni, colpito da una delle tre bombe a mano del tipo SRCM scagliate contro le Forze dell’Ordine, nel corso di una manifestazione neofascista vietata dalla Questura e dalla Prefettura di Milano. A Milano in quei giorni quindicimila manifesti truculenti tappezzavano la città per chiamare i cittadini a raccolta “per l’ordine contro la sovversione”, mentre il settimanale Candido inneggiava apertamente alle barricate di Reggio Calabria. In testa alla manifestazione che alle 17,30 del 12 aprile si diresse verso la Prefettura erano a braccetto il senatore dell’Msi Ciccio Franco, animatore della rivolta di Reggio Calabria e tutto lo staff dirigente milanese del partito. Il fatto più grave si verificava in via Bellotti, alle 18,40, dove uno dei commandos neri faceva uso di due bombe a mano. Due poliziotti della Celere che avanzavano nelle prime file si accasciavano al suolo. Per Antonio Marino non ci fu niente da fare. Una bomba Srcm lanciata a pochi metri di distanza lo aveva colpito nella parte alta del torace squarciandogli il petto. Anche un ragazzo di 14 anni che passava da quelle parti venne colpito da un proiettile e rimase gravemente ferito. Per i gravissimi fatti del 12 aprile furono condannati Vittorio Loi a 19 anni di carcere e Maurizio Murelli a 18. Antonio Marino è stato insignito il 9 maggio del 2009 di un’onorificenza importantissima da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: la Medaglia d’Oro al Valor Civile, per aver salvato un suo collega, nel momento in cui si era accorto che una bomba a mano era stata scagliata nella direzione in cui si trovava il suo reparto. Antonio Marino era nato il 10 giugno 1950 a Puccianiello, in provincia di Caserta, un paese povero, dove i giovani emigravano sistematicamente al Nord e all’estero in cerca di lavoro. Suo padre aveva 62 anni, non riusciva a mantenere la famiglia: la moglie Agnese, malata di diabete e i sette figli, quattro maschi e tre femmine. Antonio sapeva di pesare in famiglia. Su suggerimento di un fratello, fece domanda di arruolamento nel corpo della Pubblica Sicurezza. Si sentiva un privilegiato perché non era stato costretto ad emigrare e, soprattutto, era finalmente felice perché aveva trovato un ruolo nella propria vita: quello di poter servire lo Stato. Il ragazzo fu dapprima mandato alla scuola di polizia di Nettuno, poi venne trasferito ad Alessandria e successivamente a Milano. Antonio mandava a casa tutti i mesi un vaglia di 50 mila lire. Era uno sforzo notevole per lui che guadagnava 90 mila lire al mese. Ma lo faceva per comperare il corredo alla sorella Bruna, 22 anni, che si sarebbe dovuta sposare. Solo il mese precedente la sua tragica fine aveva saltato la spedizione del denaro: aveva chiesto a sua madre il permesso di acquistare a Milano un vestito, giacca e pantaloni. Sua madre gli aveva raccomandato di cercare di risparmiare qualche migliaio di lire. Telefonava alla mamma solo la domenica perché gli scatti costavano di meno. L’ultima volta che Marino aveva rivisto la famiglia era nel mese di febbraio, quando si era recato a Puccianiello. Il 22 aprile 2010 il Comune di Milano, su iniziativa dell’Anpi della Zona 3 e del Consiglio di Zona ha inaugurato, in piazza Fratelli Bandiera un giardinetto dedicato ad Antonio Marino. Con Libero Traversa ricordavamo sempre, come uno dei traguardi più significativi, frutto del lavoro delle tre Sezioni Anpi della Zona, l’intitolazione ad Antonio Marino di quei giardinetti.