di Roberto Cenati, presidente ANPI provinciale di Milano
Sono trascorsi 51 anni dalla strage neofascista di Piazza Fontana con la quale è iniziata la strategia della tensione nel nostro Paese e dalla tragica fine di Giuseppe Pinelli, partigiano, anarchico, ferroviere, nella notte del 15 dicembre 1969. Il 9 maggio 2009 il Presidente Giorgio Napolitano ha voluto “rompere il silenzio su una ferita, non separabile da quella delle diciassette vittime che persero la vita a Piazza Fontana, e su un nome, quello di un innocente, Giuseppe Pinelli, di cui va riaffermata e onorata la linearità, sottraendola alla rimozione e all’oblio”.Napolitano aggiunse: “Giuseppe Pinelli fu vittima due volte, prima di pesantissimi infondati sospetti e poi di una improvvisa e assurda fine “Il 27 dicembre 1973, in una intervista rilasciata sul settimanale “L’Europeo” ad Oriana Fallaci, Sandro Pertini, allora Presidente della Camera, dichiarò: “Lei sa che al Presidente della Repubblica, della Camera, del Senato, spetta viaggiare col saloncino, che poi è una vettura speciale attaccata al treno. Sicché vado a Milano e, quando il saloncino è fermo su un binario morto perché sto facendo colazione, il mio segretario dice: «Il questore Guida ha chiesto di ossequiarla, signor presidente». E io rispondo: «Riferisca al questore Guida che il presidente della Camera Sandro Pertini non intende riceverlo». Mica perché era stato direttore della colonia di Ventotene, sa? Non fosse stato che per Ventotene, avrei pensato: ormai tu sei questore e voglio dimenticare che hai diretto quella colonia, che vieni dal fascismo, che eri un fascista. Perché su di lui gravava, grava, l’ombra della morte di Pinelli. E a me basta che Pinelli sia morto in quel modo misterioso quando Guida era questore di Milano perché mi rifiuti di accettare gli ossequi di Guida. Oriana, io non sono capace di far compromessi!”Giuseppe Pinelli rimarrà sempre nei nostri cuori.