25 maggio 1975: Alberto Brasili ucciso in un agguato fascista

di Roberto Cenati, presidente ANPI Provinciale di Milano

Alberto Brasili e la sua fidanzata Lucia Corna furono aggrediti alle 22.30 di domenica 25 maggio 1975 in via Mascagni a Milano. Cinque fascisti li avevano seguiti fin da piazza San Babila perchè erano vestiti da “comunisti”e avevano osato sfiorare un manifesto dell’ Msi. Transitare allora da piazza San Babila, diventata negli anni della strategia della tensione una sorta di roccaforte nera dei neofascisti, poteva essere molto pericoloso anche per chi avesse un abito “particolare” (sciarpa rossa, capelli lunghi,eskimo). L’agguato scattò proprio di fronte alla storica sede dell’Anpi provinciale di Milano, in via Mascagni. “Li ho sentiti arrivare quando erano ormai alle nostre spalle – raccontò poi Lucia Corna- e ho visto luccicare le lame dei coltelli. Uno dei cinque mi ha afferrata e ha cominciato a colpirmi mentre gli altri si accanivano su Alberto.” Raggiunto da cinque fendenti a organi vitali, Brasili spirò poco dopo il suo arrivo all’ospedale Fatebenefratelli con il cuore spaccato da una coltellata. E Lucia, colpita due volte all’emitorace sinistro, sfuggì alla morte solo perché la lama aveva mancato il suo cuore di pochi centimetri. Alberto Brasili era un lavoratore studente che frequentava le scuole serali, l’ultimo anno dell’istituto tecnico industriale Settembrini, e il giorno lavorava per una ditta di antifurti elettrici, la Adt. Faceva questa vita dall’età di 14 anni perché in famiglia c’era bisogno di soldi. Alberto era impegnato nelle lotte studentesche per il diritto allo studio, ma non era conosciuto negli ambienti dell’estrema destra. Fu quindi, quello del 25 maggio, un agghiacciante assassinio a freddo, un mese dopo l’uccisione da parte dei neofascisti di Claudio Varalli (16 aprile 1975), in un clima di tensione creato dall’estrema destra,a pochi giorni dall’apertura della campagna elettorale dell’Msi a Milano, in programma per il 28 maggio, proprio nell’anniversario della strage fascista di piazza della Loggia a Brescia.Il Comitato Permanente Antifascista ha posto una targa (ora restaurata) nel luogo in cui Alberto Brasili è stato ucciso, perchè la memoria di tutti noi sia tenuta viva contro il pericoloso ripresentarsi di movimenti neofascisti a Milano, città antifascista, democratica e solidale.