di Roberto Cenati, presidente ANPI provinciale di Milano
Il 5 maggio 1945 viene liberato Mauthausen, con i suoi sottocampi, l’ultimo dei lager nazisti ad essere liberato. Gianfranco Maris, per decenni Presidente nazionale dell’Aned e Vicepresidente nazionale dell’Anpi, nel discorso pronunciato nel 65° della Liberazione, davanti al Monumento che ricorda il sacrificio degli italiani a Mauthausen, osservava : “Tutti gli operai che scioperarono in Italia nel corso della Resistenza furono arrestati e deportati a Mauthausen. E Mauthausen significava questo: l’eliminazione dei non idonei al lavoro nel momento del loro arrivo al campo ed eliminazioni periodiche. L’ultima selezione qui a Mauthausen è stata fatta il 22 aprile 1945. Ottocento compagni vengono mandati al blocco 31 e sterminati col gas. Le selezioni qui sono continuate quotidianamente perchè a Mauthausen, quando andavi al revier e non eri idoneo al lavoro, ti facevano la puntura al cuore. I deportati a Mauthausen hanno avuto il 66% dei morti. Mauthausen è il campo di eliminazione con la morte, le selezioni, il gas e il lavoro dei combattenti politici antifascisti. Noi ex deportati abbiamo fatto un giuramento il 16 maggio 1945 sulla piazza dell’appello. Nel giuramento ricordavamo perchè eravamo stati portati qui. Noi eravamo stati portati qui perchè avevamo combattuto contro il nazismo e contro il fascismo, avevamo condannato le prospettive della guerra fascista e nazista che era quella di creare un ordine nuovo fondato sulla prepotenza, sulla ricchezza, sul privilegio. Quindi noi abbiamo nel nostro giuramento indicato quali erano state le ragioni della nostra deportazione; e indicavamo quali erano le speranze per il futuro. Non era la speranza di una memoria del nostro singolo dolore o sofferenza, era la memoria della finalità della nostra lotta, perchè noi proiettavamo nel futuro quella lotta come una premessa sulla quale costruire una società democratica nella quale finalmente fosse realizzata la partecipazione delle classi popolari alla sua realizzazione.”