di Roberto Cenati, Presidente Anpi Provinciale di Milano
Nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 i nazisti scatenarono violenti pogrom antisemiti in tutta la Germania, nell’annessa Austria e nella regione dei Sudeti della Cecoslovacchia, da poco occupata dalle truppe tedesche. I membri delle SA e della Gioventù hitleriana distrussero 267 sinagoghe e ne devastarono numerosissime. Molte sinagoghe bruciarono tutta la notte sotto lo sguardo della gente e dei vigili del fuoco, che avevano ricevuto disposizioni di intervenire solo per evitare che gli incendi si estendessero ai palazzi vicini. I membri delle SA e della Gioventù hitleriana frantumarono le vetrine di circa 7500 negozi che appartenevano a ebrei e ne saccheggiarono i magazzini. In molte regioni, i cimiteri ebraici furono presi di mira e profanati. I pogrom furono particolarmente feroci a Berlino e a Vienna, sedi delle due maggiori comunità ebraiche del Reich. Squadre di uomini delle SA vagavano per le strade, attaccando gli ebrei nelle loro case, obbligando quelli che incontravano a umiliarsi pubblicamente. Tra il 9 e 10 novembre, la Notte dei Cristalli (deve il suo nome alle schegge dei vetri frantumati che tappezzavano le strade tedesche all’indomani del pogrom e che provenivano dalle finestre delle sinagoghe, dalle case e dalle vetrine dei negozi saccheggiati e distrutti) costò la vita a centinaia di ebrei. I documenti dell’epoca indicano un elevato numero di stupri e di suicidi a seguito delle violenze. Mentre dilagava il pogrom, le unità delle SS e della Gestapo arrestarono 30.000 ebrei e ne trasferirono la maggior parte dalle prigioni locali nei lager nazisti di Dachau, Buchenwald, Sachsenhausen. Nelle settimane successive il governo tedesco promulgò dozzine di leggi volte a privare gli ebrei delle loro proprietà e dei mezzi di sostentamento. Molte di queste leggi imponevano la cessione di imprese e proprietà di ebrei a proprietari “ariani”, normalmente per una frazione del loro valore reale. Successivi provvedimenti esclusero gli ebrei, che già non erano ammessi nel settore pubblico, dalla pratica di molte professioni in campo privato. La legislazione fece un passo ulteriore allontanando gli ebrei dalla vita pubblica. I provveditori agli studi espulsero i bambini ebrei che ancora frequentavano le scuole. Gli ebrei tedeschi persero il diritto di avere la patente o di possedere un’automobile. La legge limitò l’uso dei mezzi pubblici. Gli ebrei non potevano più entrare nei teatri, nei cinema o nelle sale da concerto “tedesche”.