CONGRESSO SEZIONE ANPI ROZZANO

di Ernesto Poggi, presidente ANPI Rozzano

(16/01/2022)

Ringraziamo i soci qui presenti che in questo particolare momento   di recrudescenza della pandemia hanno voluto partecipare al nostro congresso di sezione. Siamo nel pieno di una tragedia mondiale provocata da una crisi sanitaria ed economica di proporzioni gigantesche.

“Per questo occorre promuovere un’idea di profondo cambiamento e un messaggio di speranza”. Ciò è scritto nel Documento del XVII congresso che andremo oggi a vedere e ad approvare. Si afferma nel documento che agli attuali problemi derivanti dall’emergenza se ne aggiungono altri antichi.

La disoccupazione, il precariato spesso come prassi, come regola,    sono presenti in Italia da decenni. Inoltre la criminalità organizzata sta occupando ogni anfratto della società. La sfiducia nelle istituzioni viene rafforzata dal fatto che le ingiustizie dilagano e il malcontento è presente ovunque.

I rigurgiti fascisti con i loro ripetuti scoppi violenti, le fake sul duce e il fascismo che ancora imperversano prendono origine anche da questo malessere attuale. In una situazione economico sociale drammatica è facile, specie se non hai sufficiente cultura e soprattutto se deprivato di adeguati mezzi di sussistenza, credere a qualsiasi sogno, a una società mitica del passato dove tutto funzionava (si racconta), non c’erano problemi di disoccupazione, di povertà, di assistenza pubblica, la mafia era debellata. E allora il” quando c’era lui” prende spazio, la nostalgia di quel mondo, il desiderio di riviverlo per qualcuno si consolida. Ecco quindi le scritte fasciste sui muri delle nostre città, e gli episodi di violenza organizzata, soprattutto.

Vedasi l’assalto alla sede della CGIL di Roma, con la devastazione del primo piano dello stabile. Forza Nuova ne è stata fattivamente coinvolta e il suo scioglimento, dice la ministra Lamorgese, è un tema di estrema complessità e delicatezza. E intanto al momento le cose rimangono come stanno.

E’ una vergogna paragonare il dramma delle deportazioni dell’ultimo conflitto mondiale con le leggi relative al green pass che costituisce la tutela della salute di tutti. Fa venire inoltre un forte raggelante brivido sentire in quelle sommosse “no green pass” il grido di “Libertà, libertà!” da parte degli eredi di quel ventennio che della libertà ha fatto scempio.

La destra istituzionale non si oppone esplicitamente allo scioglimento di Forza Nuova, ma ci sono delle dichiarazioni con delle sfumature preoccupanti del tipo “I partiti non si sciolgono per decreto” (Salvini) e “Sì, ma si tratta di una operazione propagandistica” (Meloni). Le destre istituzionali in Italia non hanno operato un allontanamento chiaro dal fasciamo.

Questo lo afferma Pagliarulo, tra gli altri, il nostro presidente nazionale. Pagliarulo a questo proposito ricorda che la Meloni ha affermato su una rete televisiva che in FdI non c’è spazio per il fascismo. Se è così dice Pagliarulo, cacci tutti quelli che nel suo partito inneggiano al ventennio. La Meloni ha fatto notare che nessun dirigente PD ha rinnegato il comunismo. Mettere sullo stesso piano fascismo e comunismo, dice Pagliarulo, è un vecchio trucco dei nipotini del duce.

Tre cose provano ciò.

Innanzitutto è la Costituzione che mi indica chi devo condannare idealmente e perseguire con le leggi dello Stato. E la Costituzione mette al bando il fascismo e la sua propaganda e lo condanna. 

Poi bisogna notare che fu il comunista Terracini e non il fascista Almirante a firmare la Costituzione.

Infine i comunisti con i democristiani, i socialisti, i liberali e altri ancora hanno combattuto nella Resistenza i fascisti di Salò.

Fascismo e comunismo non si possono quindi mettere insieme, ma è solo un modo per confondere le acque.

In effetti la fiamma tricolore ancora presente nel partito che diversi sondaggi danno come maggioritario è la stessa fiamma che arde sulla tomba di Mussolini a Predappio, quindi è difficile parlare di interruzione dei legami con il “fascismo eterno” di cui parlava Umberto Eco.

I problemi attuali riguardanti i rigurgiti di fascismo e la sfiducia nelle istituzioni sono riconducibili, almeno in parte, a due fatti da non sottovalutare.

Il primo lo ha già fatto notare allora, dopo la Liberazione, Beppe Fenoglio, scrittore, grande capo partigiano, monarchico votato alla Resistenza, non sospetto quindi di stalinismo. Lui diceva che a noi in Italia è mancata una “Norimberga”. L’Italia allora non ha fatto i conti con il fascismo e con la sua memoria storica. E’ mancata allora quell’epurazione da intendersi non come giustizia sommaria, ma come applicazione della legge nei confronti dei criminali di guerra fascisti. Quindi c’è stata l’amnistia e il successivo riciclaggio e inserimento dei fascisti nelle istituzioni. Questa comunque è memoria storica, non si può tornare indietro, è solo constatazione di qualcosa di sbagliato che poi ha avuto delle ripercussioni negative.

C’è comunque un secondo problema attuale, che con uno sforzo comune può essere affrontato. Si tratta di qualcosa che va al di là della difesa esclusiva del dettato costituzionale, e riguarda soprattutto la sua applicazione.

Nella Costituzione è proibita la ricostituzione del partito fascista ed anche la sua propaganda. La XII disposizione transitoria e finale della Costituzione e le leggi Scelba e Mancino parlano chiaro e ci sono ancora dei problemi per avere una posizione netta da parte delle istituzioni a proposito della loro effettiva attuazione.

Soprattutto però, e questo è chiaramente scritto nel XVII documento congressuale,” La crisi può nascere dalla prolungata difficoltà di reagire, di mantenere le promesse di uguaglianza e giustizia scritte nella Costituzione”. Ed è significativo il fatto che nel documento si prende” l’art. 3 come timone di tutta la rotta da percorrere”. (Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale ecc…).

Quindi libertà, uguaglianza, democrazia, solidarietà, pace sono i pilastri della Resistenza incarnati dalla Costituzione da difendere.

E ciò attraverso lo sforzo di contatto con le nuove generazioni, con l’affrontare concretamente la questione femminile non ancora risolta in senso di libertà e diritti.

Occorre il dialogo con l’associazionismo, il volontariato, il mondo del lavoro, della scienza, della cultura. Lotta anche contro l’omofobia, difesa dei più deboli, degli immigrati, dei popoli oppressi, che ancora esistono e non hanno voce.

L’ANPI in tutto questo non può e non deve sostituirsi alla politica ma è nostro dovere come è sempre stato fatto fare il grillo parlante, fare la coscienza critica, stimolare e aprire gli animi al confronto. L’ANPI non è un partito politico, ma deve rilevare i grandi temi politici e sociali che fanno capo alla Costituzione.

Pochi anni fa, ad esempio, c’era chi voleva stravolgerla e c’è stato un referendum in proposito. Abbiamo avuto successo nel mantenerla integra, ma non basta. Si deve lottare per fare in modo che le sue parti più significative che riguardano i diritti fondamentali vengano applicate. Fatti e non parole, quindi. Se non avviene ciò c’è il rischio che il dilagare del malcontento renda irreparabile la sfiducia nelle istituzioni. 

SITUAZIONE ATTUALE SEZIONE ROZZANO.

L’ultima assemblea della nostra sezione è stata fatta nel lontano aprile del 2019. Era ancora tra noi il nostro non dimenticato presidente Cesare Nobile.

Con lui negli anni precedenti la sezione si era in un certo senso rivitalizzata in quanto ci sono state numerose iniziative.

Cesare nel 2017 ha scritto un libro molto interessante e a tratti commovente sulla sua attività di staffetta partigiana nella Resistenza. L’opera” Avevo 14 anni” è stata adeguatamente sponsorizzata (mi si passi il termine) in varie forme, consistenti in assemblee di vario tipo anche organizzate, allora, dall’amministrazione comunale. Abbiamo poi intrapreso una attività consistente in lezioni nelle scuole medie di primo e secondo grado a Milano e provincia sul fascismo e la Resistenza. 

Abbiamo avuto la fortuna di prendere i contatti con un giovane allora ancora minorenne e oggi facente parte del nostro direttivo, Flavio Fortese, che ha dato e sta dando un grande contributo sia dal punto di vista tecnico organizzativo che culturale.

Ha scritto, con la nostra collaborazione, un libro molto interessante” L’antifascismo rozzanese, una storia da riscoprire”, già stato fatto conoscere con successo qui in Cascina nel giugno passato. Poi comunque, causa l’emergenza Covid, non c’è stato ancora modo di farlo adeguatamente.  

Devo aggiungere che in questi due anni la nostra attività, nonostante le limitazioni, non si è fermata, Abbiamo fatto una serie di incontri on line su vari temi: fascismo, Resistenza ed anche a carattere sociale attuale concernenti le varie identità sessuali e l’omofobia. Siamo attivi sul nostro sito (visitato in modo considerevole) e su Facebook.

Il tesseramento del 2021, nonostante la notevole difficoltà di contatti ha avuto successo e il numero degli iscritti è aumentato in modo considerevole.

Quest’anno abbiamo in programma di intraprendere varie attività, alcune delle quali si realizzeranno comunque, altre saranno condizionate ovviamente dalla situazione sanitaria preoccupante.

Queste sono le seguenti:

  • Continuare se possibile le lezioni su fascismo e Resistenza nelle scuole anche della primaria. Queste infatti sono molto utili ed abbiamo preso una certa dimestichezza in tale attività.
  • Adesione al tesseramento di piazza per farci conoscere e spiegare la nostra attività.
  • Comunicazione attiva con le organizzazioni democratiche e antifasciste della zona: l’ARCI in primis e adesione alle varie iniziative che da esse provengono.
  • Continuazione e incremento delle iniziative on line consistenti in videoconferenze per trattare o approfondire temi fondamentali: il fascismo (sua conoscenza storica e suo impatto purtroppo consistente nella società attuale), la Resistenza, la mafia. In proposito abbiamo preso contatto con Pino Cassata responsabile del gruppo antimafia di Rozzano, molto attivo e grande conoscitore del problema, che sulla mafia, appunto, svolgerà una lezione. Anche Fiorella Imprenti si è resa disponibile a parlare delle donne nella Resistenza. Nella sua notevole attività di storica, questo è un problema di sua particolare conoscenza e pertinenza e la ringraziamo quindi per la collaborazione.