Credere, rispettare, contribuire, ricostruire.

La situazione attuale sta mettendo a dura prova il nostro sistema sanitario:
le strutture migliori d’Italia sono in grave difficoltà e non si stanno riscontrando molti miglioramenti.
I morti abbondano, i malati in terapia intensiva sono copiosi, ancor più quelli infetti costretti alla quarantena tra le mura domestiche perché gli ospedali non possono, materialmente, aiutare.
Tutto il personale sanitario si trova a prendere decisioni difficili che pochi (probabilmente nessuno) vorrebbe prendere: scegliere di salvare il salvabile, scegliere in base ad una data di nascita.
Questa orribile decisione li pone di fronte a stress, dolore, sensi di colpa e ci fa capire quanto ogni singola vita sia importante e che in futuro non si dovrà accettare una politica che taglia i fondi alla sanità pubblica. Gli infermieri e medici non si trovano solo davanti a questa deliberazione, ma sono schiacciati dal peso dei turni massacranti, delle divise scomode e logoranti (basti pensare agli ematomi sui visi provocati dalle mascherine), degli apparecchi mancanti o non funzionanti: in molti centri di cura minori alcuni infermieri hanno dovuto rinunciare alle maschere e ai guanti più protettivi per mancanza di materiale. A tutto ciò si aggiunge lo stress mentale della quarantena imposta a tutti noi per il nostro bene, la noia picchiettante nel nostro cervello, la mancata capacità di saper occupare il nostro tempo libero e l’impulso di trasgredire le regole ed uscire di casa. Raggiunta una tale situazione, cosa possiamo fare ?
Credere, rispettare, contribuire, ricostruire.
Credere nella forza che ognuno di noi ha dentro, credere nello sforzo quotidiano di chi è in prima linea, credere nella speranza che un giorno tutto finirà, perché è inevitabile che finirà! Dobbiamo avere fede in noi stessi, pensare che ce la faremo tutti insieme, solo così ne usciremo.
Rispettare le norme che il governo ci impone è essenziale per tutelare noi stessi e gli altri. Uscire di casa se non per motivi puramente essenziali è futile e pericoloso. Restare a casa è la soluzione migliore.
Contribuire è doveroso. Ognuno può donare un poco (quello che si può permettere) alla Protezione Civile o agli ospedali così da dare un aiuto concreto ed immediato.
Ricostruire un sistema sanitario efficace ed estremamente preparato è l’ultimo passo ed è ciò che faremo tutti, tutti insieme, quando passerà questa assurda, orribile, disastrosa situazione.
Uniti, ce la faremo!

Flavio di ANPI Rozzano