Giorno della Memoria 2025

Discorso del presidente di Sezione Ernesto Poggi

Lunedì 27 febbraio, il paese si riunisce intorno a tanti, troppi volti e storie di deportazioni e inauditi massacri. E’ il giorno della memoria, in particolare della Shoah. Nessuno se ne può dimenticare.

Liliana Segre è il simbolo di questo immenso sacrificio. E’ sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, dove fu deportata ancora bambina. Gli orrori di questo campo di concentramento sono tristemente illustrati nel film “Liliana”. La Segre ha dedicato gli ultimi trent’anni della sua vita a rendere testimonianza tra i giovani sugli orrori della Shoah, perché quanto accaduto non cada nell’oblio.

L’ANPI è figlia della lotta partigiana e per questo è e sarà sempre in prima fila contro l’antisemitismo e ogni altra forma di razzismo e discriminazione. Il popolo ebraico subì un’oppressione feroce che purtroppo non è stata né la prima né l’ultima nel corso della storia. La sofferenza dei popoli oppressi, vilipesi, sterminati è tutt’oggi presente in varie parti della terra e anche a loro bisogna dare una voce. La decisione della comunità ebraica milanese di non partecipare alle manifestazioni di questa giornata insieme all’ANPI, risveglia inutili polemiche.  La comunità ebraica milanese afferma” Se si danno alla Shoah altri significati, non si onorano le vittime, ma si offendono.” Alla Shoah non si danno altri significati, ma rimane quello che è stata, con le sue sciagure, con la sua mostruosa unicità nella storia. Denunciare ciò che avviene a Gaza non è però offendere la Shoah, ma semplicemente dare una voce a un popolo che oggi (in un contesto storico politico diverso da quello dello sterminio nazista) è obiettivamente oppresso. 

Oggi comunque è la giornata della Memoria e questa deve essere l’oggetto delle relative manifestazioni, aldilà delle polemiche e della strumentalizzazione. Quindi, all’interno di tale contesto, mi si permetta di fare una riflessione che riguarda le responsabilità della Shoah. Questa ricade non solo sui nazisti tedeschi, ma anche sui fascisti italiani, oltre ai collaborazionisti di vari paesi. Non va dimenticata la complicità tra nazismo e fascismo in tutta questa tragedia. E allora in Italia sarebbe forse utile un’altra giornata della memoria, quella che ricordi i crimini del fascismo, tutti i crimini, e questa non mi sembra un’idea priva di senso. Il fascismo dico, quello italiano, quello prima del nazismo di Hitler, che di Mussolini si riteneva un seguace, un discepolo. Il 14 novembre 1943, Pavolini, segretario del pfr (partito fascista repubblicano), affermò che “gli appartenenti alla razza ebraica sono stranieri che durante questa guerra appartengono a nazionalità nemica”. Si procedette quindi all’arresto di molti ebrei e al sequestro dei loro beni. E’ necessario ricordare quindi, in modo particolare, i crimini del fascismo, quel fascismo che spesso sostenne gli orrori dei nazisti, quel fascismo che non si oppose efficacemente e chiaramente all’invio di treni carichi di sfortunati destinati a morire nei campi tedeschi, quel fascismo che del nazismo è stato l’origine e il precursore. I crimini del fascismo da ricordare non riguardarono solo il razzismo. Furono già evidenti prima della sua ascesa per poi raggiungere il culmine con il delitto Matteotti, le leggi liberticide dette” fascistissime”, il colonialismo e infine la guerra. In questa guerra appunto, è avvenuto lo sterminio che oggi, doverosamente, noi ricordiamo.