Grande partecipazione per la posa delle pietre di inciampo

di Roberto Cenati, presidente Anpi Milano

Grande e partecipate cerimonie per la posa di 13 Pietre d’inciampo, questa mattina a Milano. Tra le tante tragiche vicende ne ricordiamo due: quella della famiglia Hazan e quella di Ateo Castellani.La famiglia Hazan proviene dalla Bulgaria. Nel 1943 Hasmonai e Regina Hazan, genitori di Nissim, decidono di lasciare la Bulgaria, ritenuta ormai poco sicura, per l’Italia da dove sperano di raggiungere, con l’aiuto di amici italiani, la Svizzera. L’8 novembre 1943 Nissim si sta recando alla sede della Comunità Israelitica di Milano, in via Guastalla 19. Il tempio era andato distrutto il 13 agosto del 1943 a causa di una bomba incendiaria, ma negli uffici continua, malgrado i molti rischi, l’attività di assistenza ad ebrei italiani e stranieri. Quel giorno un gruppo di nazisti in borghese, capeggiati da Otto Koch, irrompe negli uffici e arresta una quindicina di persone, tra le quali Nissim. Poco dopo anche il resto della famiglia viene fermato e portato a San Vittore; da qui, con il trasporto n.12, Nissim, Carolina, moglie di Nissim e le figlie, Ginette e Colette partono il 6 dicembre con destinazione Auschwitz, dove arrivano l’11 dicembre 1943. Non si conoscono le date della loro morte.Ateo Castellani nel 1940 lavora alla Brown Boveri di Affori come apprendista meccanico; ai primi di gennaio del 1944 riceve la cartolina per presentarsi alla leva militare della Repubblica di Salò, prima si rifugia presso dei conoscenti che volentieri lo ospitano e poi raggiunge il fratello Bruno presso le formazioni partigiane sulle pendici del Mottarone. Ma l’11 luglio 1944 a Gignese cadono entrambi nelle mani dei fascisti. Ateo viene tradotto nel carcere di Stresa, poi in quello di Sesto Calende e quindi il 15 luglio al 5° raggio di San Vittore a Milano, dove durante gli interrogatori è duramente torturato. Deportato il 17 agosto a Bolzano, il 5 settembre, parte insieme al fratello e ad altri 1.459 deportati con destinazione Flossembürg, in Germania, dove giunge il 7 settembre. Là muore il 6 gennaio 1945 mentre il fratello Bruno sopravvive e torna in Italia a giugno 1945 dopo un mese passato in un ospedale americano.