Il telefono nella Resistenza

di Roberto Cenati, presidente ANPI provinciale di Milano

Un telefono Stipel

Un servizio di grande importanza fu svolto a Milano, dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, dai telefonici della Stipel. 

Alcuni tecnici milanesi ebbero l’audacia e l’ingegno di stabilire un controllo telefonico per intercettare le conversazioni in arrivo e in partenza dall’Albergo Regina, sede del comando nazista, dalla Muti di via Rovello, dalla federazione fascista, dall’Albergo Roma, sede del comando requisizioni. Attraverso otto centrali, allo scopo di far perdere le tracce e di rendere impossibile qualunque identificazione, fu stabilito un collegamento con i quattro comandi nazifascisti. L’inserimento sulle linee tedesche e fasciste avveniva secondo il modulo dell’inclusione di operatore su conversazioni interurbane d’utente, ma senza alcun segnale.

I collegamenti erano frutto del lavoro di tecnici di assoluta fiducia nelle varie centrali e, dal febbraio 1944 ai primi di marzo del 1945, due persone si alternarono ininterrottamente all’ascolto. In tal modo si riusciva ad avere notizia di arresti imminenti. Talora, infatti, i fascisti e i tedeschi, considerandosi padroni assoluti di Milano, non si curavano di prendere precauzioni e facevano nomi, cognomi e indirizzi. 

Si provveda così, attraverso il telefono, saputo il nome del ricercato, ad avvertirlo. 

“L’operazione ascolto” aveva anche scopi più vasti: ogni sera tutte le informazioni intercettate erano trasmesse al Corpo Volontari della Libertà. Alcune volte, dal CLNAI, col quale i resistenti telefonici erano in continuo contatto, giungeva l’ordine di controllare altri numeri, un paio di volte anche quelli di Mussolini, nel corso dei suoi soggiorni a Milano. Erano così nuovi collegamenti da stabilire e nuovi rischi da affrontare sotto l’occhio vigile dei soldati di guardia nelle centrali. Il 10 marzo 1945 il servizio dovette essere interrotto: ascoltando una conversazione in partenza dall’Albergo Regina, si intercettò l’ordine di arresto del responsabile dei tecnici del servizio ascolto. Il capogruppo dei tecnici fece appena in tempo ad uscire di corsa dal proprio ufficio, mentre una squadra di SS faceva il suo ingresso in via Gaetano Negri. Pochi giorni dopo, il servizio erano nuovamente in piena efficienza: due linee di controllo erano state installate in un convento dove il responsabile del gruppo di ascolto si era rifugiato e dove rimase fino alla Liberazione. Inoltre, previe intese tra CLN Stipel e CLN Regionali, furono presi accordi con la direzione Stipel per l’installazione, sul tetto dello stesso convento, di un’antenna a filo, per rendere possibile il collegamento con un analogo impianto su una chiesa di Torino.