Paveri, Luigi “Gino”, Maja rùsa”

A quasi 80 anni dell’anniversario della Liberazione, si propone qui la storia di uno dei personaggi più ricordati del panorama resistenziale rozzanese.
Membro della squadra partigiana milanese “Ticinese” nel novembre del 1944, nei pressi di Piazza Piemonte, Luigi Paveri, alias “Gino”, “Maja rùsa”, nacque a Milano nel 1905 e si trasferì a Rozzano nel 1937 con la sua famiglia, nello stabile 130 della Via Pavese. Mantenne sempre allo scuro la sua famiglia della sua attività resistenziale. A causa dell’assenza dal paese per la lotta, le intimidazione e le violenze ai suoi parenti furono continue. Luigi fu catturato davanti al quartiere Bissoncello di Rozzano, legato a un tavolo e torturato. L’obbiettivo era quello di farlo confessare sulla propria attività partigiana, rivelando anche i nomi dei compagni. Non cedendo, Luigi fu trasportato a Milano e poi inviato a Mathausen. La vita della famiglia in assenza di “Gino” si fece difficoltosa, tant’è che si dovette fare ricorso ad aiuti economici esterni, oltre alla vendita dei beni materiali. Luigi tornò nel 1945 stremato dall’esperienza e sfigurato dalle torture subite. Morì a 41 anni il 29 luglio 1946. Durante la degenza, confessò ai suoi famigliari di volere la bandiera rossa al suo funerale. A seguito di aspri litigi con il prete dell’epoca, la bandiera sfilo alla fine del suo cortese funebre.

Fonte: Intervista alla famiglia Paveri della dott. Fiorella Imprenti; L. Borgomaneri Due inverni, un’estate e la rossa primavera, Le Brigata Garibaldi a Milano e provincia, 1943-1945, Franco Angeli, Milano, 1995, p.41