L’ANPI di Rozzano, interviste

Salve Sig. Eriano, grazie di  partecipare al nostro progetto.

Lei è un membro importante all’interno dell’ANPI, ma perché s’iscrisse a questa associazione?

Io sono iscritto all’ANPI di Rozzano da quando venni ad abitare qui, nel 1979.

Seguii l’esempio di mio padre, che fu partigiano della 173°brigata Garibaldi che operava nel bosco di villa Poempeana sulle rive dell’Adda nei pressi di Melegnano. Mio padre è venuto a Rozzano come artigiano mettendo un’officina meccanica  nel 1962 e tutta la famiglia lo ha seguito, anche se più tardi. La mia fu una grande famiglia di antifascisti. Il mio bisnonno, infatti, aderì ai moti socialisti di fine ottocento; mio nonno poi  fu disertore durante la Prima Guerra Mondiale perché, seguendo le idee della rivoluzione russa, si rifiutò di uccidere, come diceva Lenin, altri operai, contadini e muratori come lui. Mio padre, invece, dopo essere stato in Grecia durante la guerra, ritornato in Italia con una licenza per la malaria, disertò e si unì alle bande partigiane, prima gappista a Melegnano e poi il garibaldino nella 173°. 

Queste sono le motivazioni sostanziali per le quali io ho aderito al PCI nel 1976 dopo aver partecipato alle lotte studentesche del ’68, mi era impossibile non entrare nell’ANPI !

Com’era il clima quando lei entrò nell’ANPI ? Come si trovò con i soci iscritti?

Io in realtà facevo politica attiva più come membro di partito ( PCI ), che come ANPI, sempre presente nella vita dell’associazione, ero  però molto impegnato nel  partito come consigliere. Con i soci mi sono sempre trovato bene; il mio presidente di riferimento per me fu sempre Cesare Nobile, anche se quando mi sono iscritto non ricopriva questo ruolo. Egli più di tutti, negli ultimi anni ha meritato la nomina di presidente, infatti era una staffetta partigiana, un gappista come mio padre. 

Com’era la vita dell’ANPI in quel tempo?

L’ANPI in quegli anni era molto attiva, aveva inoltre un buon “punto di riferimento” in comune. 

Il famoso sindaco Giovanni Foglia fu un partigiano nelle brigate Garibaldi, che operavano sulla sponda opposta dell’Adda rispetto a mio padre. Non ebbe sempre la vita facile la nostra sezione, ma almeno aveva un “appoggio” in comune molto importante.

All’ epoca l’ ANPI faceva qualche iniziativa con le associazioni limitrofe, o le conosceva?

La nostra sezione non ha mai avuto iniziative importanti con sezioni limitrofe.

Oggi invece ciò succede molto più frequentemente, in modo più organico. 

All’epoca forse c’era qualche iniziativa spontanea di qualche socio o per fenomeni sporadici di particolare interesse.

Come vede l’ ANPI di Rozzano oggi?

Oggi la vedo molto bene perché c’è Flavio. Egli si sta occupando di antifscismo quasi a tempo pieno in termini politici, riguardo l’antifascismo, particolarmente a Rozzano e questo è importante: ci sono ancora rigurgiti di fascismo effettivo, i casi isolati ma pericolosi perché meno individuabili. 

Perché, durante l’assemblea ordinaria degli iscritti del 2019, lei propose Flavio, autore di questo libro e giovane iscritto dell’ ANPI, alla nomina di membro del direttivo, nomina che poi fu approvata?

Innanzi tutto per la passione, la sincerità e la capacità analitica e sintetica che ha Flavio. L’intelligenza notevole inoltre, la gran volontà di studio, il tempo che ha dato della sua gioventù all’ANPI, mentre, per ovvie ragioni, poteva usarlo in altro modo. 

In sostanza, ho pensato a quello che facevano i partigiani nella loro epoca (ne avevo uno in casa): all’età di Flavio nessuno penso abbia avuto voglia di combattere, ma se avevano deciso di farlo fu per la forza ideologica. Quindi la forte tensione ideale che avevano loro in quel momento, l’ho vista in lui.  In sintesi, è la forte tensione ideale che ha mostrato per l’antifascismo che mi a convinto a proporlo come membro del direttivo.

Salve Sig. Poggi, grazie di averci accolto per questo progetto.

Ad oggi lei ricopre un importante ruolo nel direttivo, ma per quale motivo decise di iscriversi originariamente alla nostra associazione?

Perché io sono sempre stato antifascista. Sinceramente era una cosa che mi mancava l’iscrizione all’associazione, in passato avevo trascurato questa cosa. Fui iscritto alla FGCI  da giovane, ho partecipato alle lotte studentesche degli anni ’70, ho scritto una tesi sugli “Aspetti pedagogici e sociali del movimento anarchico”, sono stato sindacalista della CGIL, come insegnante a scuola ero delegato sindacale, ho partecipato al Partito di Rifondazione Comunista come attivista, ma mi mancava la partecipazione attiva all’antifascismo, così mi iscrissi all’ANPI circa cinque anni fa. 

Come si trovò quando entrò a far parte dell’associazione?

Mi sono trovato bene perché sono stato invitato ad entrare nell’ANPI dall’ex presidente Cesare Nobile. C’erano inoltre delle persone ideologicamente e politicamente affini a me. So che però, in passato, l’ANPI ebbe vita difficile. 

Ultimamente la vita associativa è cresciuta, sia per la presenza attiva di Cesare Nobile, sia per la partecipazione dei giovani e soprattutto per una maggiore organizzazione. 

Cosa non funzionava nella nostra associazione precedentemente?

Innanzitutto non funzionava per un problema di organizzazione. La sezione non possedeva un account mail per poter comunicare con l’ANPI nazionale e provinciale. Mancava, inoltre, una guida forte fra i soci, il vecchio presidente era praticamente una comparsa. 

Come vede l’ANPI di Rozzano oggi?

Oggi la vedo molto meglio rispetto al passato per una presenza di giovani che potranno rivitalizzarla. Questo grazie al presidente passato, che iniziò a tenere delle lezioni sulla Resistenza nelle scuole. Credo che questo sia un importante punto di differenza fra l’ANPI di ieri e di oggi.